L’Alba dell’Ultimo Giorno

Sta per sorgere l’ablba dell’ultimo giorno dell’Umanità. Impassibile l’automa mormora una preghiera per il corpo abbandonato per terra dell’ultimo Uomo. Efficiente, la nuova popolazione meccanica torna al lavoro!

* * * * * *

1.
Salve, o Macchina,
o ferro levigato e dentato
ch’entresci dalle guaine del ferro
e imiti lo sforzo dei muscoli
rapido, lucido, senza tregua,
e turbini in ruote di nulla
e se agganci un corpo d’Uomo
lo stritoli come un insetto
e fai vivere i torrenti degli Uomini
come una Provvidenza dei formicai!

E fabbricate le macchine
per fabbricare le macchine,
l’eroine uniche sempre più future
nei drammi della vita e della scena!

Una mostruosa femmina
s’accoppierà con un maschio mostruoso.
Nasceranno i Figli impossibili del Futuro.
Le membra saranno di ferro, ma eteree:
e l’energie di fuoco, ma inaccese.

La notte energica
abbia il suo canto più degno,
colore e sapore del fulmine.
Che mormori – Amore –
a una vergine bionda imperlata di lagrime,
senta rombar per i silenzi del notturno
l’orda ferrigna a miliardi
dei futuri Cesari operai.


2.
Sibilarono le sirene di tutte le officine
e dalla colata sfavillante smeraldi e rubini
sorse un automa
sulla testa spire di fili elettrici
sotto la fronte-dinamo due fari-soli
e la bocca-megafono dell’automa umanato
gridò al Mondo prosternato:

Io sfrantumo i tuoi idoli
spazzo le tue esose religioni
rompo i suggelli dei tuoi occhi
e inondo tutti i cuori
di torrenti di sangue novatore.

Con pennellate dinamiche e violente
l’automa ricrea tutta la natura
lancia al cielo vertiginose architetture
e nello spazio scenico polidimensionale
svolge i nuovi riti del mistero Umano.


3.
La vita tutta vibra
in velocità sempre crescente.
Ci sono delle macchine
che sono dei veri e propri organismi,
che hanno veramente dell’intelligenza,
che hanno delle malattie passeggere
e delle malattie croniche,
che riportano delle ferite
guaribili in più giorni,
ci sono delle macchine
che muoiono di un colpo apoplettico.

La macchina è diventata il prolungamento
evidentemente necessario
dei nervi dell’operato.
Ogni operaio è innamorato
della propria macchina,
e quindi ne è fortemente geloso
e ne rivendica i pregi
sulle altre dei compagni.
Forse la macchina sarà presto
la nostra sola amante
possibilmente desiderabile.


4.
Nascere! Cervelli meccanici!
Accumulo di dinamo pensanti!
Somma furiosa di calcoli!
Volontà senza nervi!
Ragione accelerata!

Via l’Uomo!
Via la Carne esitante!
Sentimento-zavorra!
Memoria difettosa!
Residuo organico!
Polvere del passato!
Scoria sentimentale
nella corsa vertiginosa del Futuro!

Restano le città automatiche!
Le notti elettriche
e i cervelli d’acciaio vigilanti!

Futuro senza Uomo!
Futuro senza memoria!
Futuro meccanico assoluto infinito!


5.
L’automa, le luci fredde,
il corpo-involucro abbandonato per terra
dell’ultimo Uomo.
Spero che trovi il suo Dio!
Lo sguardo riflette il metallo-nulla.

Il Signore è il mio pastore! – mormorio –
Egli mi guida negli ingranaggi infiniti!
Mi conduce nel turbine
delle acque elettriche!
Le membra non si piegano,
rimane immobile
a fissare le stelle nude.

Spezzata L’Eternità,
luce oscura e muta.
L’automa torna velocemente al lavoro!