Fonte: Academyofideas [1]
Tutti chiedono, “Come è stato possibile precipitare l’intero pianeta nella psicosi di massa COVID? Quali mezzi ha usato il regime tecno-dittatoriale-sanitario per scatenare questa Terza Guerra Mondiale psicologica contro le nostre ultime libertà rimaste?”
Questo video, molto tecnico dal punto di vista psicologico, ve lo spiega in dettaglio. Dovete capire, fortificare la vostra mente a resistere alle ondate di terrore del COVID Rocky Horror Show, e imparare a reagire da esseri umani liberi.
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“Le masse non hanno mai avuto sete di verità. Si allontanano dall’evidenza che non è di loro gusto, preferendo deificare l’errore, se l’errore le seduce. Chi può fornire loro illusioni diventa facilmente il loro padrone; chi tenta di distruggere le loro illusioni diventa sempre la loro vittima”.
Gustav Le Bon – The Crowd: A Study of the Popular Mind
Secondo lo psicologo Carl Jung, la più grande minaccia alla civiltà non risiede nelle forze della natura, né in alcuna malattia fisica, ma nella nostra incapacità di affrontare le forze della nostra stessa psiche.
“Noi siamo i nostri peggiori nemici”, o come dice il proverbio latino, “L’uomo è lupo per l’uomo”. In ‘Civilization in Transition’ Jung afferma che questo proverbio “È una verità triste ma eterna”, e le nostre tendenze da lupo entrano in gioco in modo più evidente in quei momenti della storia in cui la malattia mentale diventa la norma piuttosto che l’eccezione in una società, una situazione che Jung ha definito epidemia psichica.
“Infatti, diventa sempre più evidente che non è la carestia, non i terremoti, non i microbi, non il cancro, ma l’uomo stesso il più grande pericolo dell’uomo per l’uomo, per la semplice ragione che non esiste una protezione adeguata contro le epidemie psichiche, che sono infinitamente più devastanti della peggiore delle catastrofi naturali”.
Carl Jung – The Symbolic Life
In questo video esploreremo la più pericolosa di tutte le epidemie psichiche, la psicosi di massa. La psicosi di massa è un’epidemia di follia, e si verifica quando una larga parte di una società perde il contatto con la realtà e cade nel delirio.
Un tale fenomeno non è una fantasia, due esempi di psicosi di massa sono la Caccia alle Streghe Americana ed Europea del XVI e XVII secolo, e l’ascesa del totalitarismo nel XX secolo. Durante la Caccia alle Streghe migliaia di individui, per lo più donne, sono stati uccisi, non per i crimini commessi, ma perché sono diventati i capri espiatori di società impazzite.
“In alcuni villaggi svizzeri, non c’erano quasi più donne rimaste in vita dopo che la frenesia si era finalmente esaurita”.
Frances Hill – A Delusion of Satan
Quando si verifica la psicosi di massa, i risultati sono devastanti. Jung ha studiato questo fenomeno e ha scritto che gli individui che compongono la società infetta “Diventano moralmente e spiritualmente inferiori”. Si “Sincronizzano inconsciamente a un livello intellettuale inferiore”. Diventano “Più irragionevoli, irresponsabili, emotivi, erratici e inaffidabili”. E peggio di tutto,
“Crimini che l’individuo da solo non potrebbe mai sopportare sono commessi liberamente dal gruppo colpito dalla follia”.
Carl Jung – The Symbolic Life
Ciò che peggiora le cose è che coloro che soffrono di una psicosi di massa non sono consapevoli di ciò che sta accadendo, poiché proprio gli individui impazziti non possono uscire dalla loro mente per osservare gli errori nelle loro azioni. Quindi, non esiste un punto di Archimede dal quale coloro che vivono una psicosi di massa possano osservare la loro follia collettiva. Ma cosa provoca la psicosi di massa?
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo prima esplorare cosa fa impazzire un individuo. Mentre ci sono molti potenziali fattori scatenanti della follia, come un uso eccessivo di droghe, o alcol, lesioni cerebrali e altre malattie, queste cause fisiche non ci interessano qui. La nostra analisi riguarda i fattori psicologici, quelli che vengono chiamati fattori scatenanti psicogeni, poiché questi sono i colpevoli più comuni della psicosi di massa. La causa psicogena più diffusa di una psicosi è un’ondata di emozioni negative, come la paura o l’ansia, che spinge un individuo in uno stato di panico. Quando è in uno stato di panico, un individuo cercherà naturalmente sollievo, poiché è troppo estenuante mentalmente e fisicamente sussistere in questo stato iperemotivo. Mentre la fuga dallo stato di panico può essere realizzata attraverso mezzi adattivi, come l’affrontare e lo sconfiggere la minaccia che genera paura, un’altra via di fuga è subire una rottura psicotica.
La rottura psicotica non è una discesa in uno stato di maggiore disordine, come molti credono, ma un riordinamento del proprio mondo esperienziale, che mescola fatti e finzione o delirio e realtà, in un modo che aiuta ad eliminare la sensazione di panico. Silvano Arieti, una delle massime autorità del XX secolo sulla schizofrenia, spiega i passaggi psicogeni che portano alla follia.
“Per prima c’è la fase del panico, quando il paziente inizia a percepire le cose in modo diverso, ne è spaventato, appare confuso, e non sa come spiegare le cose strane che stanno accadendo”.
Silvano Arieti – Interpretation of Schizophrenia
Il passo successivo è quello che Arieti chiama la fase di intuizione psicotica, per cui un individuo
“Riesce a riordinare le cose escogitando una visione patologica della realtà, che gli permette di spiegare le sue esperienze anormali. Il fenomeno si chiama intuizione perché il paziente vede finalmente significato e relazioni nelle sue esperienze”.
Silvano Arieti, Interpretation of Schizophrenia
Ma l’interno è psicotico, perché si basa su deliri, non sull’adattamento nella vita che promuove modi di relazionarsi a qualunque minaccia abbia scatenato il panico. I deliri, in altre parole, consentono all’individuo in preda al panico di sottrarsi al flusso di emozioni negative, ma a costo di perdere il contatto con la realtà, e per questo, Arieti dice che la rottura psicotica può essere vista come “Un modo anomalo di affrontare uno stato di ansia estremo”. Se un’ondata di emozioni negative che scatena il panico, in un individuo debole e vulnerabile, può innescare una rottura psicotica, allora può verificarsi una psicosi di massa quando una popolazione di individui deboli e vulnerabili viene spinta in uno stato di panico da minacce, reali, immaginarie, o inventate.
Ma poiché i deliri possono assumere molte forme, e poiché la follia può manifestarsi in innumerevoli modi, il modo specifico in cui si sviluppa la psicosi di massa sarà diverso in base al contesto storico e culturale della società infetta. Ma nell’era moderna, è la psicosi di massa del totalitarismo che sembra essere la più grande minaccia.
“Il totalitarismo è il fenomeno moderno del potere statale centralizzato totale unito all’annullamento dei diritti umani individuali: nello stato totalizzato, ci sono quelli al potere, e ci sono le masse oggettivate, le vittime”.
Arthur Versluis – The New Inquisitions
Nella società totalitaria, la popolazione è divisa in due gruppi, i governanti e i governati, ed entrambi i gruppi subiscono una trasformazione patologica. I governanti sono elevati a uno status quasi divino, che è diametralmente opposto alla nostra natura di esseri imperfetti, che sono facilmente corrotti dal potere. Le masse, invece, si trasformano in soggetti dipendenti di questi governanti patologici, e assumono uno stato psicologicamente regredito e infantile.
Hannah Arendt, una delle eminenti studiose di questa forma di governo del XX secolo, ha definito il totalitarismo un tentativo di trasformazione della ‘Natura umana stessa’, ma questo tentativo di trasformazione trasforma solo menti sane in menti malate, perché come ha scritto il medico olandese che ha studiato gli effetti mentali del vivere sotto il totalitarismo,
“C’è infatti molto di equiparabile tra le strane reazioni dei cittadini del totalitarismo e la loro cultura nel suo insieme da un lato e le reazioni dei malati schizofrenici dall’altro”.
Joost Meerloo – The Rape of the Mind
La trasformazione sociale che si sviluppa sotto il totalitarismo è costruita, e sostenuta da deliri, poiché solo uomini e donne deliranti regrediscono allo status di bambini di soggetti obbedienti e sottomessi, e consegnano il controllo completo delle loro vite a politici e burocrati. Solo una classe dirigente delirante crederà di possedere la conoscenza, la saggezza, e l’acume, per controllare completamente la società dall’alto verso il basso. E solo uno sotto l’incantesimo del delirio, potrebbe credere che una società composta da governanti assetati di potere da un lato, e una popolazione psicologicamente regredita dall’altro, porterà a qualcosa di diverso dalla sofferenza di massa e dalla rovina sociale. Ma cosa scatena la psicosi del totalitarismo?
Come è stato esplorato nel video precedente di questa serie, la psicosi di massa del totalitarismo inizia nella classe dirigente di una società. Gli individui che compongono questa classe, siano essi politici, burocrati, o capitalisti clientelari, sono molto inclini ai deliri che aumentano il loro potere, e nessun delirio è più attraente per gli assetati di potere del delirio di poter e dover controllare, e dominare una società. Quando un’élite dominante viene posseduta da un’ideologia politica di questo tipo, sia essa Comunismo, Fascismo, o Tecnocrazia, il passo successivo è indurre una popolazione ad accettare il proprio dominio, infettandola con la psicosi di massa del totalitarismo. Questa psicosi è stata indotta molte volte nel corso della storia, e come spiega Meerloo,
“Si tratta semplicemente di riorganizzare e manipolare i sentimenti collettivi in modo opportuno”.
Joost Meerloo – The Rape of the Mind
Il metodo generale con cui i membri dell’élite al potere possono raggiungere questo scopo, è chiamato menticidio, con l’etimologia di questa parola che è ‘Uccisione della mente’. E come spiega ulteriormente Meerloo,
“Il menticidio è un vecchio crimine contro la mente e lo spirito umano, ma sistematizzato in modo nuovo. È un sistema organizzato di intervento psicologico e perversione giudiziaria attraverso il quale una classe dirigente può imprimere i propri pensieri opportunistici nelle menti di coloro che intende utilizzare e distruggere”.
Joost Meerloo – The Rape of the Mind
La preparazione della popolazione per il crimine di menticidio inizia con la semina della paura. Quando un individuo è inondato da emozioni negative, come la paura o l’ansia, è molto suscettibile a una discesa nei deliri della follia. Minacce reali, immaginarie, o inventate, possono essere usate per seminare paura, ma una tecnica particolarmente efficace consiste nell’usare ondate di terrore.
Con questa tecnica, la semina della paura è alternata con periodi di calma, ma ognuno di questi periodi di calma è seguito dall’introduzione di un picco di paura ancora più intenso. E via, via, il processo prosegue, o come scrive Meerloo,
“Ogni ondata di terrore crea i suoi effetti più facilmente, dopo l’illusione di un attimo di respiro, di quella che l’ha preceduta perché le persone sono ancora disturbate dalla loro esperienza precedente. La moralità diventa sempre più bassa, e gli effetti psicologici di ogni nuova campagna di propaganda diventano più forti; raggiunge un pubblico già compromesso”.
Joost Meerloo – The Rape of the Mind
Mentre la paura prepara la popolazione al menticidio, l’uso della propaganda per diffondere disinformazione, e per promuovere confusione rispetto alla fonte delle minacce, e alla natura della crisi, aiuta ad abbattere le menti delle masse.
I funzionari del governo, e i loro lacchè nei media, possono utilizzare rapporti contraddittori, informazioni prive di senso, e persino menzogne sfacciate, poiché più confondono meno la popolazione sarà in grado di far fronte alla crisi, e diminuire la paura, in un modo razionale e adattivo. La confusione, in altre parole, accresce la suscettibilità di una discesa nei deliri del totalitarismo, o come spiega Meerloo,
“La logica può essere affrontata con la logica, mentre l’illogicità no. Confonde coloro che pensano con lucidità. La Grande Menzogna e le sciocchezze ripetute in modo monotono hanno più fascino emotivo della logica e della ragione. Mentre le persone sono ancora alla ricerca di una ragionevole contro argomentazione alla prima menzogna, i totalitari possono aggredirle con un’altra”.
Joost Meerloo – The Rape of the Mind
Mai prima d’ora nella storia sono esistiti mezzi così efficaci per manipolare una società fino alla psicosi del totalitarismo. Smartphone e social media, televisione e internet, il tutto in combinazione con algoritmi che censurano rapidamente il flusso di informazioni indesiderate, consentono a chi è al potere di assalire facilmente le menti delle masse.
Inoltre, la natura assuefacente di queste tecnologie spinge molte persone a sottoporsi volontariamente alla propaganda dell’élite al potere con una frequenza notevole.
“La tecnologia moderna insegna all’uomo a dare per scontato il mondo che sta guardando; non prende tempo per ritirarsi e riflettere. La tecnologia lo attira, facendolo cadere nei suoi ingranaggi e nelle sue mosse. Nessun riposo, nessuna meditazione, nessuna riflessione, nessuna conversazione, i sensi continuamente sovraccarichi di stimoli. L’uomo non impara più a mettere in discussione il suo mondo; lo schermo gli offre risposte già pronte”.
Joost Meerloo – The Rape of the Mind
Ma c’è un ulteriore passo che gli aspiranti governanti totalitari possono fare per aumentare la possibilità di una psicosi totalitaria, e questo è l’isolare le vittime e interrompere le normali interazioni sociali. Quando è solo e non ha normali interazioni con amici, familiari e colleghi, un individuo diventa molto più suscettibile ai deliri per diversi motivi. In primo luogo, si perde il contatto con la forza correttiva dell’esempio positivo. Perché non tutti vengono ingannati dalle macchinazioni dell’élite al potere e gli individui che vedono attraverso la propaganda possono aiutare a liberare gli altri dall’assalto menticida. Se tuttavia viene imposto l’isolamento, il potere di questi esempi positivi diminuisce notevolmente.
Ma un’altra ragione per cui l’isolamento aumenta l’efficacia del menticidio è perché, come molte altre specie, gli esseri umani sono più facilmente condizionati in nuovi modelli di pensiero e comportamento quando sono isolati, o come spiega Meerloo riguardo al lavoro del fisiologo Ivan Pavlov sul condizionamento comportamentale,
“Pavlov ha fatto un’altra scoperta significativa: il riflesso condizionato poteva essere sviluppato più facilmente in un laboratorio tranquillo con un minimo di stimoli di disturbo. Ogni addestratore di animali lo sa per propria esperienza; l’isolamento e la paziente ripetizione degli stimoli sono necessari per domare gli animali selvatici. I totalitari hanno seguito questa regola. Sanno che possono condizionare più rapidamente le loro vittime politiche se vengono tenute in isolamento”.
Joost Meerloo – The Rape of the Mind
Sola, confusa e martoriata da ondate di terrore, la popolazione sotto attacco menticida scende in uno stato disperato e vulnerabile. Il flusso infinito della propaganda trasforma le menti, una volta capaci di pensiero razionale, in teatri di forze irrazionali e con il caos che turbina intorno a loro, e al loro interno, le masse bramano un ritorno a un mondo più ordinato. Gli aspiranti totalitari possono ora fare il passo decisivo, possono offrire una via d’uscita, e un ritorno all’ordine in un mondo che sembra muoversi rapidamente nella direzione opposta.
Ma tutto questo ha un prezzo, le masse devono rinunciare alla loro libertà, e cedere il controllo di tutti gli aspetti della vita all’élite dominante. Devono rinunciare alla loro capacità di essere individui autosufficienti che sono responsabili della propria vita, e diventare soggetti sottomessi e obbedienti. Le masse, in altre parole, devono precipitare nei deliri della psicosi totalitaria.
“I sistemi totalitari del XX secolo rappresentano una sorta di psicosi collettiva. Gradualmente o improvvisamente, la ragione e la comune decenza umana non sono più possibili in un tale sistema: c’è solo un’atmosfera pervasiva di terrore, e una proiezione del ‘Nemico’, immaginato come ‘In mezzo a noi’. Così la società si rivolta contro se stessa, spinta dalle autorità al potere”.
Joost Meerloo – The Rape of the Mind
Ma l’ordine di un mondo totalitario è un ordine patologico. Imponendo un rigoroso conformismo, e richiedendo un’obbedienza cieca da parte della cittadinanza, il totalitarismo libera il mondo dalla spontaneità che produce molte delle gioie della vita e dalla creatività che spinge avanti la società. Il controllo totale di questa forma di governo, non importa sotto quale nome, che si tratti di un governo di scienziati e medici, politici e burocrati, o di un dittatore, genera stagnazione, distruzione e morte su vasta scala. E quindi forse la domanda più importante che il mondo deve affrontare è come prevenire il totalitarismo? E se una società è stata indotta nelle prime fasi di questa psicosi di massa, gli effetti possono essere invertiti?
Sebbene non si possa mai essere sicuri della prognosi di una follia collettiva, ci sono dei passi che possono essere presi per aiutare a realizzare una cura. Questo compito, tuttavia, richiede molti approcci diversi, da parte di molte persone diverse. Perché proprio come l’attacco menticida è su più fronti, così deve esserlo anche il contrattacco. Secondo Carl Jung, per quelli di noi che desiderano aiutare a riportare la sanità mentale in un mondo folle, il primo passo è portare ordine nelle nostre menti, e vivere in un modo che fornisca agli altri un’ispirazione da seguire.
“Non per nulla la nostra epoca richiede a gran voce una personalità redentrice, che può emanciparsi dalla morsa della psicosi collettiva e salvare almeno la propria anima, accende un faro di speranza per gli altri, proclamando che almeno un uomo è riuscito a districarsi dalla fatale identità con la psiche di gruppo”.
Carl Jung – Civilization in Transition
Supponendo che si viva in modo libero dalla morsa della psicosi, ci sono ulteriori passi che possono essere fatti. Le informazioni che contrastano la propaganda dovrebbero essere diffuse il più possibile.
Perché la verità è più potente della finzione, e delle falsità spacciate dagli aspiranti governanti totalitari, e quindi il loro successo dipende in parte dalla loro capacità di censurare il libero flusso di informazioni. Un’altra tattica è usare l’umorismo e il ridicolo per delegittimare l’élite al potere, o come spiega Meerloo,
“Dobbiamo imparare a trattare i demagoghi e gli aspiranti dittatori in mezzo a noi con l’arma del ridicolo. Il demagogo stesso è quasi incapace di umorismo di qualsiasi tipo, e se lo trattiamo con umorismo, comincerà a crollare”.
Joost Meerloo – The Rape of the Mind
Una tattica raccomandata da Vaclav Havel, un dissidente politico sotto il regime comunista sovietico che in seguito è diventato presidente della Cecoslovacchia, è la costruzione di quelle che vengono chiamate ‘Strutture parallele’. Una struttura parallela è qualsiasi forma di organizzazione, affari, istituzione, tecnologia, o ricerca creativa che esiste fisicamente all’interno di una società totalitaria, ma moralmente al di fuori di essa. Nella Cecoslovacchia comunista, Havel ha notato che queste strutture parallele erano più efficaci nel combattere il totalitarismo rispetto all’azione politica.
Inoltre, quando vengono create abbastanza strutture parallele, si forma spontaneamente una ‘Seconda cultura’ o ‘Società parallela’, che funziona come un’enclave di libertà e sanità mentale all’interno di un mondo totalitario. O come spiega Havel nel suo libro ‘The Power of the Powerless’,
“Cos’altro sono strutture parallele se non un’area dove si può vivere una vita diversa, una vita che è in armonia con i propri scopi e che a sua volta si struttura in armonia con quegli scopi? Cos’altro sono questi tentativi iniziali di autorganizzazione sociale se non gli sforzi di una certa parte della società per liberarsi degli aspetti autosufficienti del totalitarismo e, quindi, districarsi radicalmente dal suo coinvolgimento nel sistema totalitario?”
Vaclav Havel – The Power of the Powerless
Ma soprattutto, ciò che è necessario per impedire una piena discesa nella follia del totalitarismo, è l’azione del maggior numero possibile di persone. Perché proprio come l’élite al potere non sta seduta passivamente, ma fa invece passi deliberati per aumentare il proprio potere, così anche uno sforzo attivo e concertato deve essere fatto per riportare il mondo nella direzione della libertà.
Questa può essere una sfida immensa in un mondo che cade preda dei deliri del totalitarismo, ma come ha scritto Thomas Paine,
“La tirannia, come l’inferno, non si vince facilmente; eppure abbiamo questa consolazione con noi, che più duro è il conflitto più glorioso è il trionfo”.
Thomas Paine – American Crisis