Siamo circondati, assediati ogni giorno di più, dalla nuova ideologia globalista della DEI, ovvero, Diversità, Equità e Inclusione, nel cui nome bisogna abbattere tutti i simboli di un nostro presunto passato di “oppressione”, fare tabula rasa della nostra identità culturale/biologica/nazionale. E spuntano anche i primi corsi di “rieducazione politica” (in puro stile marxista-leninista) dove a breve verremo mandati in massa, a chinare obbligatoriamente la testa di fronte all’indiscussa supremazia morale del nuovo ordine mondiale-inclusivo.
La CocaCola si è già distinta in prima linea in questa tendenza, e ha organizzato corsi DEI per i propri dipendenti. Una fonte su Twitter, riporta il 19 Febbraio: “La CocaCola sta costringendo i propri dipendenti a completare dei corsi online, sul tema Essere Meno Bianchi“.
Prendiamo la pagina principale di questo documento, il novello decalogo della religione inclusiva, e confrontiamolo con i messaggi subliminali che venivano impressi nelle menti della popolazione, per sottometterla e dominarla, nel film distopico del 1988 “Essi Vivono” di John Carpenter. Il parallelismo e la somiglianza sono impressionanti. Peggio, inquietanti.
Ci viene insegnato in primo luogo che “essere meno bianco” significa essere meno oppressivo, meno arrogante, più insicuro, con le difese calate, conformato al 100% alla “nuova normalità” che ci è stata imposta dall’infodemia-pandemia di terrore, pompata oltre ogni limite dai media nel 2020. Indossiamo per un momento anche noi gli occhiali rivelatori del protagonista del film, e scopriamo che in realtà ci viene chiesto di conformarci, arrenderci, sottometterci ed obbedire. Praticamente una resa senza condizioni, senza se senza ma.
“Indossando gli occhiali, scopre con sgomento che il mondo che lo circonda non è quello che sembra: attraverso il filtro in bianco e nero delle lenti, osserva la città completamente tappezzata da messaggi di propaganda, con costanti comandi subliminali sull’obbedire e conformarsi.” |
La morale inclusiva getta così la maschera, e si rivela per quel che realmente è, “un artificio con cui ci vogliono mantenere in uno stato di banalità elevata, impedendoci di vedere la degradazione con la quale stanno schiacciando il mistero che è in noi”. Il messaggio è così subdolo, così ben programmato, così paternalmente distribuito a piene mani da tutte le istituzioni, unite in un coro unanime, che la nostra natura umana cede, e si lascia sopraffare.
La propaganda del regime è perentoria, non c’ è più spazio per il dissenso, dobbiamo ammettere la nostra ignoranza, ascoltare umilmente gli insegnamenti della scienza, della storia riscritta, della dittatura tecnocratica-sanitaria, e credere che stiano operando tutti unicamente per il nostro bene. In questo caso non serve nemmeno indossare gli occhiali, il messaggio è diretto, non fa uso di messaggi subliminali. Dobbiamo guardare la TV, spegnere il nostro cervello e smetterla una volta per tutte di usare il nostro pensiero indipendente per criticare l’autorità.
“Quando indossi gli occhiali intravedi una dittatura nella democrazia, l’ordine invisibile che sostiene la tua apparente libertà.” |
Il ruolo svolto dalla DEI per il regime è fondamentale, strategico, lo possiamo misurare concretamente negli investimenti economici delle grande istituzioni: stipendi d’oro, da centinaia di migliaia di dollari, staff dedicati e budget milionari. Il tutto rigorosamente riservato ai membri “collaborazionisti” delle minoranze, disposti più che volentieri a insegnare il falso ideologico inclusivo, e a tradire i valori della battaglia all’apartheid (discriminando questa volta i bianchi). La neo-lingua ha anche coniato un nuovo nome per il prezzo di questo tradimento: viene nobilitato dall’etichetta di “compensazione” (per i danni del razzismo dei secoli passati, ormai trascorsi e sepolti dalla storia).
Rispondiamo ai nuovi predicatori della verità, che noi preferiamo tenerci stretti ai nostri dubbi, al nostro pensiero indipendente, e che preferiamo spegnere la TV per cercare da soli la nostra verità. Parliamo a voce alta, esprimiamo con forza il nostro dissenso, impediamo ai “nuovi padroni della Terra” di “manovrarci indisturbati” e di “annientarci, per poi usare la melma della nostra materia per concimare i loro giardini”.