Ogni popolo ha una propria anima, un proprio spirito. I francesi hanno uno spirito eclatantemente rivoluzionario, i tedeschi hanno uno spirito rigidamente eroico, e gli italiani? Gli italiani hanno uno spirito piccolo bottegaio, che sopravvive sottomesso alla meno peggio, in attesa di farsi istruire dal banditore, dalla radio, dalla TV, su cosa sia giusto pensare, su come adeguarsi all’aria che tira, e su chi sia il potente di turno a cui inneggiare con spontaneo entusiasmo.
Il 25 Luglio 1943, dopo il voto contrario del gran consiglio, Mussolini è fatto arrestare dal re, sollevato dal potere, sostituito dal maresciallo Pietro Badoglio.
Come reagisce a questo storico evento l’immensa ventennale macchina della propaganda mussoliniana? E come reagisce la folla, quella massa oceanica chiamata infinite volte a raccolta in tutte le piazze d’italia, che di notte in silenzio è passata per Piazza Venezia per osservare la finestra del duce con la luce accesa? Come può quest’uomo, il mito di cui le italiane erano invaghite e gli italiani ammirati, essere messo da parte tanto facilmente?
La “Grande Storia” può svelare il mistero, facendovi ascoltare per la prima volta le parole con cui viene commentata la notizia della sua caduta. È un cinegiornale dal sonoro inedito, ritrovato presso l'”Istituto Nazionale Audiovisivi di Parigi”.
«L’alba del 26 Luglio trova tutta l’italia imbandierata, trionfa il tricolore del risorgimento e dell’unità della patria. Spontanee manifestazioni patriotiche si svolgono per le vie di Roma inneggiando al sovrano e al Maresciallo Badoglio. Un solo grido, un solo pensiero, una sola fede, l’italia di tutti gli italiani! Tutto il popolo si stringe intorno al re soldato e al Maresciallo Badoglio per servire l’italia con dedizione assoluta!»
La caduta di Mussolini viene accolta con sollievo, con una sagra di bandiere sabaude inneggianti il re. Sono soprattutto i giovani, che presto sarebbero dovuti andare a combattere, a festeggiare. Sono loro ad arrampicarsi sui camion e sugli autobus, a riprendere il libero possesso della città.
Ora si festeggia la caduta del mito, illudendosi che la guerra sia finita con la sua capitolazione. Il declino dell’immagine del duce è tale che in 24 ore tutti si adeguano al cambio di timone, e festeggiano Badoglio, il successore insieme al re.
Perfino l'”Istituto Luce”, uno dei bracci più operativi della propaganda, si adegua, e Guido Notari, lo stesso speaker che fino a 10 giorni prima aveva esaltato le esibizioni del mito, ora con disinvoltura ne celebra il “De Profundis”.
Stessa voce, per parole così diverse.
Tutto, come se niente fosse.